REGGIO EMILIA - BATTERIO KILLER

Chimera’, si chiama il batterio.Sono morti due pazienti sottoposti, tra il 2011 e il giugno 2015, a operazioni nel reparto di cardiochirurgia di ‘Salus hospital’, ospedale di Reggio Emilia convenzionato con il sistema sanitario nazionale, e poi deceduti per le conseguenze di un’infazione collegata al micobatterio. Sono i primi due casi accertati in regione, dopo i sei decessi registrati in Veneto tra coloro che si erano sottoposti a operazioni con utilizzo di analoghi macchinari. Ma i casi potrebbero raddoppiare: su altri due decessi, riconducibili sempre a Salus, si sta infatti verificando se siano riconducibili a Chimera e ai dispositivi. Le vittime accertate sono morte a distanza di tempo dal passaggio sotto i ferri: il batterio ha infatti un lungo periodo di incubazione, fino ad alcuni anni.Il sospetto è che il batterio sia stato contratto dai pazienti dai due macchinari usati a Salus per il riscaldamento del sangue, dove si sarebbe annidato nell’acqua che serve per raffreddare l’apparecchiatura: è da qui, infatti, che può liberarsi un aerosol con il microrganismo. I dispositivi sono prodotti in Germania dalla Stockert di Friburgo, e commercializzati – non solo in regione, ma in Italia e nel mondo – dalla ditta LivaNova del gruppo Sorin di Mirandola, nel Modenese

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