MODENA - IL GIALLO DI VIA STUFFLER, QUASI CERTO UN OMICIDIO

 

Potrebbe essere proprio l’imminente partenza per Roma, dove si sarebbe trasferito per raggiungere la figlia, il movente dell’omicidio di Raffaele Marangio, lo psicoterapeuta 78enne ritrovato cadavere il 26 luglio scorso nello studio della sua abitazione in via Stuffler. Potrebbe essere stato ucciso da qualcuno che non voleva quel trasferimento lontano.
Sentendo diversi vicini emerge che lo psicoterapeuta, docente Unimore in pensione, non conduceva poi una vita solitaria, come inizialmente si pensava. «Lo vedevamo spesso uscire da solo alla mattina per andare a fare colazione» riferisce un vicino, ricordando però che fino a poco tempo fa «casa sua era frequentata da persone che partecipavano ai corsi di formazione che teneva in giardino».
Ma secondo un altro vicino casa sua era frequentata anche adesso, in maniera abbastanza sistematica: «Il venerdì sera era solito avere gente a casa – riferisce – ho visto venire diverse persone, e coppie, in abiti eleganti, e restare lì parecchio. Non so se fossero delle feste o delle cene, comunque si tenevano di frequente, ed erano partecipate».
Un altro vicino di casa mostra di sapere cose riguardo la situazione del professore, «ma non posso parlare – sottolinea – sono stato sentito in Procura e ho detto quello che sapevo. Ma adesso devo mantenere il riserbo».
Se l’abitazione del prof era frequentata in maniera sistematica, è possibile che ci fosse chi non voleva la sua partenza per Roma. L’assassino – dagli elementi emersi in questi giorni l’ipotesi del suicidio sembra accantonata – potrebbe essere un amico che non riusciva ad accettare la fine improvvisa di ritrovi e abitudini consolidate.
Da qui l’aggressione che ha portato alla morte del 78enne. Secondo quanto trapelato, Marangio sarebbe stato aggredito alle spalle da qualcuno che gli ha stretto attorno al collo la cintura di pelle che ha causato la sua morte per asfissia.

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