LENTIGIONE - Ora interviene la procura, di chi e' la responsabilita'?

 L’esondazione dell’Enza ha travolto case e fabbriche, causando danni per milioni. Una vera e propria «emergenza idraulica», parole stampate nel comunicato di ieri sera della prefettura di Reggio, causata dal «sormonto e successivo cedimento dell’arginatura del torrente». Un disastro unico nella storia recente della Bassa reggiana, per portata e danni arrecati. Anche perché, una volta ritiratasi l’acqua, ci si è accorti che il problema peggiore era la coltre di fango rimasta a terra, fino a un metro e mezzo d’altezza. Lo sanno bene le famiglie con le case inondate da quella poltiglia marrone, con le auto sommerse e da buttare, così come le imprese.
Basti pensare a Immergas, un universo formato da oltre 600 dipendenti, che ha investito milioni di euro nella sede costretta a bloccare la produzione mancando le consegne in mezzo mondo. Un quadro che consta ora di tre tipi di interventi: uno pubblico, con lo stato di emergenza chiesto dalla Regione per reperire risorse e rimettere in ordine il caos lasciato a Lentigione e Brescello.Poi c’è l’intervento privato, con cittadini e imprese che potrebbero chiedere indennizzi e risarcimenti per i danni patiti. Infine c’è il piano penale, ora in mano alla procura di Reggio Emilia, che ha aperto un fascicolo - al momento senza indagati - in ordine al reato di inondazione. Un reato che sarebbe punito con la reclusione da 5 a 12 anni. L’azione della procura risulta necessaria per poter cercare di mettere in ordine i fatti e individuare le responsabilità penali, qualora fossero ravvisate.La situazione è precipitata dopo la rottura dell’argine dell’Enza. E da lì si partirà per poter effettuare tutti gli accertamenti del caso, verificando la tenuta del sistema idraulico, dei canali e la relativa manutenzione. C’è poi la questione dell’allerta ai cittadini: è stato fatto davvero tutto il possibile per evitare questo disastro? Nessuno è riuscito - quantomeno - ad avvertire i residenti. A Lentigione l’acqua è arrivata  nel silenzio più totale da parte di protezione civile, amministrazioni locali, enti di bacino. La sequenza degli avvisi, prima e dopo la triplice rottura dell’argine a Lentigione, dice però molto, come abbiamo già riportato in questi giorni. L’Agenzia interregionale per il fiume Po (Aipo) e l’Arpae della Regione Emilia Romagna non ravvisano l’emergenza nella sua reale dimensione. Addirittura i consorzi fondiari sono andati all’attacco. Per alcuni l’esondazione dell'Enza era un fatto prevedibile da anni.

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