REGGIOLO - ERA UN VIOLENTO L'ASSASSINO DI CITRO

La violenza e i problemi con la legge non sono una novità nella vita di Giampaolo Dall’Oglio, mantovano di 63 anni .L’uomo nel 2014 era stato condannato a tre anni per lesioni personali e violenza privata nei confronti dell’ex convivente dal tribunale di Mantova. Fatti commessi a Viadana, per alcuni mesi, che avevano costretto la donna a scappare dal paese. Prima della sentenza di condanna l’uomo era finito ai domiciliari con l’obbligo di non avvicinarsi alla sua vittima.Dopo la condanna aveva ottenuto l’affidamento in prova ai servizi sociali e in quel periodo aveva conosciuto la catanzarese Barbara Canneto, sua attuale moglie. Dopo poco aveva alzato le mani anche su di lei e il figlio minorenne che la donna aveva avuto da un’altra relazione (il padre del bambino aveva sporto querela). Pertanto il mantovano erano finito in carcere per un po’, fino a quando non aveva ottenuto i domiciliari ed era andato a vivere a Villanova di Reggiolo, sotto l’appartamento di Francesco Citro.Una volta uscito di prigione Dall’Oglio aveva ottenuto anche di tornare a lavorare all’Aipo, l’Agenzia interregionale per il fiume Po, dove era stato assunto nel 1999. Fino al giorno del fermo il presunto assassino si è recato nella sede di Boretto, salvo a inizio settimana quando è stato assente per un po’ (lunedì i carabinieri gli hanno perquisito la casa

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